domenica 7 marzo 2010

Il decreto golpe visto da Giulietto Chiesa

Visto che molte persone, in buona fede, non capiscono il perché di tanta indignazione verso un decreto che (a loro parere) avrebbe solo garantito pluralità e democrazia, provo a fare il punto sui molti aspetti inaccettabili.

01. La legge è uguale per tutti. Da oggi non è più così, perché il Governo ha stabilito che se un rappresentante politico non rispetta le regole e la burocrazia, può farsi le leggi a suo piacimento per sistemare le cose. Questo è un pessimo esempio per i milioni di cittadini che quotidianamente si scontrano con le regole e la burocrazia, essenziali in una democrazia che si dica tale.

02. La legge è uguale per tutti. Anche ammettendo la necessità di dover sanare questa situazione delle liste, il decreto non lo fa: il decreto interviene solo per sanare la situazione del PDL nel Lazio e di Formigoni in Lombardia. Ci sono molte altre liste escluse in tutta Italia, con problemi simili: per loro non si fa niente. I Radicali avevano denunciato da tempo l'assurdità della normativa per la raccolta firme, ricevendo battutine ed alzate di spalle da parte della stessa Polverini che aveva ironizzato sullo sciopero della fame della Bonino. In Calabria, il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene di essere stato escluso dopo aver rispettato la normativa pubblicata sul sito della Regione Calabria: il motivo è che quel sito non era stato aggiornato con le ultime disposizioni, che la Regione stessa aveva cambiato pochi giorni prima.

03. Questo decreto, per varie ragioni, causerà molti dubbi di costituzionalità. Il risultato è che (se nel frattempo non fanno pure un decreto per sopprimere la Corte Costituzionale), ci sono forti probabilità che le elezioni vengano invalidate in seguito a qualche ricorso, indipendentemente da chi le vincerà. Inoltre, se il decreto non verrà convertito in legge dal Parlamento tra 60gg, il caos legislativo sarà enorme. Ci troviamo di fronte al paradosso che, qualora Penati e la Bonino dovessero vincere le elezioni, la maggioranza in Parlamento potrebbe decidere di far decadere il decreto, invalidando le elezioni dopo averle perse.

04. Non è vero che per i cittadini non ci sarebbe stata pluralità. Nel Lazio, il centrodestra poteva votare per la Polverini, attraverso una delle liste a lei collegate, come ad esempio la "Lista Renata Polverini Presidente". In Lombardia, oltre a Rifondazione e il Movimento a 5 Stelle, c'era l'UDC che candidava Pezzotta. Il motivo per cui Formigoni non poteva mollare non è la necessità di dare un'alternativa ai cittadini, ma è unicamente legato alla potenza economico/politica di Comunione e Liberazione. E francamente, che dobbiamo metterci a piangere per l'assenza della Lega, un partito razzista di estrema destra, che peraltro con la bandiera italiana ci si pulirebbe il culo, mi sembra del tutto ridicolo. Dovremmo piangere del fatto che questo partito non sia stato ancora bandito per incostituzionalità reiterata, e invece ce lo ritroviamo al governo.

05. Anche ammessa la necessità di dover "fare qualcosa" per il centrodestra, ci sarebbe stato modo e modo. Innanzitutto, andava aspettato l'esito del ricorso, senza forzare la mano attraverso un decreto che di fatto cambia la legislazione vigente (il decreto interpretativo è una roba che semplicemente non esiste). In secondo luogo, secondo la legge 400/1988, non può essere il Governo a legiferare sulle norme elettorali, ma deve essere il Parlamento. Poi, che si possa legiferare in maniera retroattiva è una cosa che mi sembra di per sé assurda, ma non entro nel merito perché non sono un giurista. Berlusconi è stato costretto a lavorare in sede di Consiglio dei Ministri perché, pur con tutto il margine di cui dispone la destra, avrebbe avuto difficoltà a convincere la maggioranza dei parlamentari ad approvare una legge del genere.

06. Il ruolo dell'opposizione: sia il PD sia l'IDV, sia l'UDC hanno sostenuto, giustamente, la necessità di aspettare l'esito del TAR per capire quale fosse esattamente la situazione legale, e inoltre hanno chiesto che il PDL si assumesse la responsabilità di quanto accaduto, riconoscendo l'errore. Pensate che a Padova, sono state trovate 4 firme del PDL di persone morte (e quindi palesemente false)! In tutta risposta, a parte i rituali insulti ai giudici comunisti, c'è stata la dichiarazione di La Russa che ha detto: "non rispondiamo delle nostre azioni, siamo pronti a tutto perché non accetteremo un verdetto negativo". Se questo non è un regime, fate voi.

07. Venendo a Napolitano, è inaccettabile il suo comportamento per molte ragioni. Innanzitutto, i dubbi di costituzionalità sono evidenti. In secondo luogo, non c'era nessuna urgenza di firmarlo a mezzanotte tra venerdì e sabato notte. La fretta di Berlusconi era dovuta alla necessità di far pressione sul TAR che si sarebbe espresso oggi in Lombardia. E' inaccettabile che Napolitano si sia prestato a questo giochino, andando a interferire in anticipo sulla decisione del TAR stesso.

08. Non è la prima volta che Napolitano delude in quanto a difesa delle istituzioni democratiche. Venendo agli avvenimenti più recenti, non ha detto nulla sull'oscuramento della campagna elettorale (non c'è una tribuna politica in tv manco per sbaglio). Non dice mai una parola per difendere i giudici, insultati quotidianamente dai rappresentanti della Destra; e Napolitano è il presidente del CSM. Non ha detto nulla contro le gravissime affermazioni di La Russa l'altro giorno. L'altro ieri Napolitano aveva detto: "voglio il consenso dell'opposizione" e ieri ha firmato senza che questo consenso ci fosse. Pertanto, non voglio entrare nel merito della decisione di Bersani di non volerlo tirare in ballo, ma mi sembra assurdo che ci si scandalizzi contro Di Pietro che ha invocato la possibilità di pensare all'impeachment, una procedura prevista dal nostro ordinamento. Magari è tatticamente sbagliata, magari non se ne farà niente, ma sentire D'Alema e La Torre (quello del pizzino con Bocchino) sbraitare contro Di Pietro, cercando per l'ennesima volta di spaccare un'opposizione che per una volta si mostra compatta, è francamente disgustoso. E disgustoso è pure Fini, che si mostra per l'ennesima volta di essere un ignavo dedito solo ai propri interessi.

Speriamo che questo moto di indignazione porti a un vero ricompattamento tra i cittadini e tutte le forze politiche di opposizione, affinché questo regime di pulcinella venga mandato a casa con una sonora sconfitta alle prossime Regionali. Faccio un appello: ANDIAMO TUTTI A VOTARE. Scegliete voi il partito all'opposizione (parlamentare o extraparlamentare) che vi piace di più, ma mandiamoli a casa.

Giulietto Chiesa
da: www.facebook.com del 6 marzo 2010

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