mercoledì 28 luglio 2010

Il Verso del Nord? Il raglio ovviamente

Perché si fa un gran parlare attorno al manifesto Verso Nord? Come mai quello che dovrebbe essere un semplice documento d'intenti nell'ottica di un rilancio dell'Italia settentrionale è diventato un caso politico, soprattutto nel Veneto? La cosa è molto semplice.

Il dominio dell'ex governatore azzurro Giancarlo Galan sulle terre che furono già della Serenissima è finito. Dopo le elezioni di primavera a un vecchio sistema di potere, che aveva i suoi referenti politici più accreditati in Galan e Lia Sartori (eurodeputato del Pdl) è venuto meno. La vittoria a mani basse del Carroccio, che pure è alleato del Pdl, ha messo in discussione vecchie rendite di posizione, a partire dalla sanità. Non che io abbia preferenze per una o per l'altra visto che sempre di voraci oligarchie si tratta, ma comunque la giostra questa è. Se a questo si aggiunge che il Pd quando va bene è un ectoplasma e quando va male allunga le mani sulla res publica al pari della destra, si capisce ancor meglio la natura di Verso Nord: una sorta di area politica virtuale pensata per spaventare un po' il Carroccio.

Come a dire “caro neogovernatore leghista Luca Zaia, se non sganci qualcosa io mi alleo col mio ex peggior nemico”. Che poi 'sto nemico possa essere temibile ho più di qualche dubbio visto che solo i gonzi democratici sperano di far saltare il banco con la scusa di Verso Nord, quando invece sanno bene che nel breve termine otterranno solo le briciole, se va bene. Del resto a che pro l'ex aspirante governatore veneto Massimo Cacciari (che in un faccia a faccia da Bruno Vespa sulla Rai aveva definito «falso e bugiardo» Galan) ora flirta con i fedelissimi del Galan ministro del Pdl? Del resto non si può rimanere sorpresi se uno come Variati abbia immediatamente sottoscritto il documento fondativo di Verso Nord, visto che a Vicenza non è il Pd che governa ma una lobby ogm in cui ci sono maggior enti e potentati da sempre vicini al Pdl ma con un sindaco democratico. Verso Nord non è una invenzione di Cacciari. Cacciari l'ha copiata al sindaco berico Achille Variati.

Se invece si guarda al medio e lungo periodo Verso Nord non ha altro che la funzione di grande calderone nel quale fondere, dopo averne cancellato alla meglio le origini, pezzi di centrodestra e centrosinistra, in modo da avere pronta una nuova forza politica che possa continuare a intrallazzare quando il gran capo Silvio Berlusconi sarà buttato giù dai lobbisti internazionali e dai suoi pari lobbisti nazionali che fino a ieri lo hanno spalleggiato, proprio per quella sindrome del servo infedele che in passato colpì dei tipini del calibro di Benito Mussolini e Saddam Hussein.

Ma in questo contesto come replica il Carroccio sul piano culturale? Davide Lovat, che nella Lega vicentina è la lucerna historiae, ovvero «queo studià», sul GdV del 26 luglio lascia una perla della sua abituale saggezza: «Verso Nord ovvero verso nulla... Il leghismo, forma italiana del pensiero comunitarista identitario europeo è una corrente di pensiero (pensiero!?, ndr) nuova che provoca le menti sconvolgendo gli schemi abituali... ». Il problema rispetto alla tesi di Lovat è duplice. Il primo è che Lovat, poverino, a quello che dice ci crede veramente. In secundis Lovat ha ragione quando afferma che il leghismo è la forma italiana del peniero comunitarista europeo. Sì proprio italiana, nel senso peggiore del termine, ovvero cafona, cialtrona e come dimostrano l'affaire Arzignano e lo scandalo Lombardia anche mafiosa. Lovat infatti non direbbe ciò che ha detto sul GdV del 26 luglio nella pagina delle lettere, se avesse letto il Corsera di sabato che affibbia al Vicentino la maglia nera tra le province del nord in termini di case non dichiarate al fisco. E chi se non il Carroccio ha dominato in questi ultimi lustri sulla provincia berica? Basti vedere poi come la Lega in parlamento è ligia nel finanziare le missioni di guerra italiane all'estero tanto care ai lobbisti atlantici fustigati da Lovat. La Lega purtroppo ha un valore di forza antagonista del pensiero unico alla stessa stregua delle forze di opposizione in “1984” di George Orwell: ricordate? Si trattava di opposizioni finte, create dal sistema, buone solo per dare a qualcuno l'illusione di opporsi al sistema medesimo e contemporaneamente buone per pizzicare i potenziali ribelli. Ma allora dopo il manifesto di Cacciari, dopo le reprimende leghiste, quale è il vero verso del Nord? Il raglio ovviamente... ma un raglio del Nord.

Marco Milioni
link originario: http://www.lasberla.net/index.php/2010/07/il-verso-del-nord-il-raglio/

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