mercoledì 27 luglio 2011

Porto Tolle: derattizzare la Cgil

Come da programma la lobby del carbone ha avuto la meglio sulla legge. E il ginepraio della borghesia mafiosa che vi orbita attorno pure. Il consiglio regionale del veneto con una norma ad aziendam in puro stile berlusconiano ha modificato la disciplina che impediva la riconversione a Porto Tolle nel Rodigino di una centrale elettrica un tempo alimentata ad olio da combustione e domani a carbone. Che la politica si inginocchiasse per una fellatio in ore bypartisan davanti ai desiderata dei soliti poteri forti era un dato preventivato. Che la stampa, specie il Gruppo Corsera, si appinguasse a ruota stava scritto nelle sacre scodelle della finanza.

E ancora. La prona speditezza con la quale il governatore leghista Luca Zaia ha chiesto e ottenuto il voto del consiglio è sotto gli occhi di tutti. Come lo è il servile comportamento del Pdl. Altrettanto atteso anche se più naïve è il comportamento del Pd. Il partito del companatico. Laura Puppato, punta di diamante democratica a palazzo Ferro Fini fu tra i catalizzatori del ricorso alla magistratura amministrativa contro la riconversione, ora ha dovuto ubbidire in buon ordine agli ordini del segretario nazionale Pigi Bersani, il padre putativo della riconversione. Un segretario che in queste settimane guida un movimento appestato da indagati e arrestati come fossimo in un lazzaretto di manzoniana memoria.

Nel quale peraltro monatti e bravi di dalemiana osservanza s'affrettano s'adoprano e s'affannano a mettere al sicuro un bottino di credibilità che è ormai un sacco vuoto rigonfio di nulla. E ancora scontata è la precanta pro centrale ficcata in borsetta dalle signorine grandi firme di Cisl e Uil; gruppi ormai ridotti a portinai del pied-à-terre confindustriale che è diventato il loro de facto sindacato unitario. E da mettere in preventivo era pure l'appoggio della Cgil. Lo si era capito soprattutto dopo la visita di Miss Camusso in Veneto. Dal Pd e da certi ambienti lobbistici che contano più di Confindustria e Pd erano giunti ordini precisi e la Cgil ha eseguito. Gli azionisti e il management Enel ringraziano.

Sorprendono invece la volgarità e la gradassa insolenza con cui la Cgil e i quattro miserabili spediti a fare ammuina con tanto di bandierine ai consigli regionali hanno difeso le presunte ragioni dei presunti 3.500 lavoratori che saranno generati dal generatore a carbone. La parola magica dei sindacalisti, a partire dal lobbista bersaniano Fabrizio Solari, membro del direttivo confederale di Cgil con delega alle reti, è stata occupazione. Ma ricorderei a lorsignori che anche la mafia, il narcotraffico, la schiavitù, generano un indotto in termini di occupazione e lavoro. Sponsorizziamo pure loro? È chiaro che un impegno tanto serrato a favore della riconversione è figlio anche di un pensiero sviluppista che comincia ad essere contestato anche in Cgil e che è la vera cornice di riferimento quando si allarga il discorso. Ma nel caso di Porto Tolle l'artenativa era tra lo "sviluppista metano" e lo "sviluppista carbone". Col secondo che è più inquinante e più e economico. E più economico significa che qualcuno ha già intenzione di lucrare sulla differenza in modo più o meno lecito. Un lucro che certo non finirà in bolletta come risparmio rilevante per gli utenti, ma che orbiterà dalle parti di chi vende il carbone, di chi lo acquista, di chi lo rivende e di chi lo trasporta. C'è poi un altro elemento che rende la vicenda grottesca. A poche miglia nautiche da Porto Tolle non c'è un mega rigassificatore? Buon senso non vorrebbe che si usasse parte di quel combustibile per alimentare una centrale a turbogas ben più ecologica di una carbone? Quanto inquineranno le navi o i mezzi che trasporteranno il duro fossile?

L'otre e la greppia hanno avuto la meglio. A onor di cronaca va poi ricordato che in consiglio regionale solo IdV e FdS hanno battagliato contro un'ampia maggioranza trasversale. E ciò va a loro merito. Rimane il salto di qualità, seppur nello squallore, messo a segno della Cgil, la quale se non vuole perdere quel po' di credibilità che le deriva da tante persone per bene che sul territorio si battono ancora secondo coscienza, deve essere da subito derattizzata. Ma la missione è impossibile.

Marco Milioni

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