mercoledì 31 luglio 2013

Caso Pfas, c'è molto dire e molto da chiedersi

(m.m.) Oggi Vicenzapiu.com pubblica una mia lunga intervista al consigliere comunale di Trissino Massimo Follesa che affronta a tutto tondo il caso Miteni deflagrato in questi giorni sui media regionali. L'argomento è sterminato, ma parlando dei cosiddetti Pfas, i derivati del fluoro che oggi spaventano così tanto la popolazione sarebbe interessante capire a quali conclusioni negli anni sia addivenuta la Provincia di Vicenza coordinatrice del progetto Giada frutto del lavoro della omonima agenzia intercomunale che studia gli assetti ambientali dell'Ovest vicentino proprio sotto la vigilanza di palazzo Nievo. Già nel 2010 Giada elaborò un lungo studio, reperibile sul sito della autorità di bacino della Valchiampo, nel quale tra i siti contaminati si parlava anche di Trissino, comune dove è dislocata la Miteni. Ora in quello studio, primo firmatario Lorenzo Altissimo, l'elenco esatto dei siti inquinati non è indicato poiché è rimandato ad un data base in CD. Di quelle risultanze però in questi giorni la Provincia di Vicenza si è ben guardata dal dire alcunché. Come mai?

martedì 2 luglio 2013

Il comitato anti-abusi denuncia: tribunale troppo vicino al fiume

Il nuovo tribunale di Borgo Berga e il quartiere circostante non rispetterebbero la legge che impone una distanza dai fiumi di 10 metri per le nuove costruzioni. A certificarlo è un documento protocollato da Palazzo Trissino il 30 luglio 2009: il parere del Genio civile di Vicenza, firmato dall’allora direttore responsabile, l’ingegner Nicola Giardinelli. Il parere fu inviato dal Genio alla conferenza dei servizi convocata il 31 luglio 2009 in Provincia, per valutare la variante al piano urbanistico ex Cotorossi, variante con cui la giunta Variati metteva mano al piano ereditato dalla giunta Hüllweck. Sotto la lente del Genio c’è «la scopertura del fiume Retrone sul fronte del nuovo Tribunale», a causa della demolizione di un pezzo di fabbrica, che risultava pericolante. Il Genio rileva una lacuna nella documentazione progettuale: «Non sono evidenziate le misure di distanza dalle opere idrauliche degli edifici, dell’ampiezza delle banche e scarpate correnti lungo gli alvei del Retrone e del Bacchiglione».

Ma il rilievo maggiore è sollevato rispetto all’edificio «A», che oggi ospita l’ipermercato Despar in via Ettore Gallo: «L’edificio A, lungo la sponda destra del Retrone, nella tratta oggetto di recente demolizione della copertura, appare indicato in aderenza al ciglio, e quindi in contrasto al disposto dell’art. 96 del Regio Decreto 523/1904». La legge, tuttora in vigore, stabilisce la distanza minima dei nuovi edifici dai fiumi: distanza che dev’essere tassativamente di 10 metri almeno. L’edificio in questione, invece, è costruito «sul ciglio», a strapiombo sul fiume. Non è tutto: il Genio scrive che «come sancito da recente sentenza della Corte di Cassazione a sezioni riunite, in caso di abbattimento di un edificio a distanza inferiore a metri 10, la sua ricostruzione può essere effettuata solo nel rispetto della norma di cui all’art. 96, lettera f, del citato Regio Decreto».

La norma, insomma, non vale solo per edifici di nuova costruzione, ma anche gli stabili abbattuti e ricostruiti, come è il caso dell’ex Cotorossi. Eppure il parere del Genio civile non fu ascoltato, e il progetto fu approvato tal quale. L’allarme sulla vicinanza del tribunale ai fiumi era stato lanciato il 14 giugno da Paolo Crestanello, del comitato anti abusi edilizi, sul giornale on line La Nuova Vicenza. Ora il comitato prepara un esposto alla procura di Vicenza: «Questo documento dimostra che il Comune era chiaramente a conoscenza della violazione, e ciò aggrava la situazione di chi ha autorizzato quei progetti – commenta Crestanello – Inoltre, sulla base di quello che scrive il Genio civile, anche tutti gli altri edifici del quartiere, compreso il nuovo tribunale, sono fuori norma. Il Comune non poteva non sapere».

da Il Corriere del Veneto del 30 giugno 2013; pagina 11 edizione di Vicenza